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Le rughe protagoniste sugli schermi di Venezia74

Alla 74sima Mostra del Cinema di Venezia, tante sono state le tematiche affrontate. Molti i film dedicati ai fenomeni di migrazione, all’eco-sostenibilità del pianeta, alle incongruenze della società di oggi. Ma forse una delle tematiche che ha maggiormente sorpreso ed emozionato è stata quella di come anche in età avanzata si possa e si debba essere protagonisti.


I giochi si sono aperti fin dai primi giorni con il bellissimo “Our Souls at night” di Ritesh Batra, con Jane Fonda e Robert Redford. In questa pellicola, prodotta da Netflix, le due star di Hollywood tornano a recitare assieme quasi cinquant'anni dopo "La caccia" e "A piedi nudi nel parco", interpretando due vedovi che iniziano a frequentarsi, nonostante le perplessità e l’avversione di amici e familiari. Probabilmente la vera trasgressione, nel nuovo millennio, è non sottostare agli stereotipi che la gente si aspetta da una persona dopo i settant’anni, ma continuare ad essere protagonisti della propria vita.


Jane Fonda - Foro di Rossana Viola @rossviola per Veneziadavivere



Forse la pellicola su questo tema che mi ha emozionato di più, e che ha raccolto applausi scroscianti sia alla proiezione per la stampa, che a quella per il pubblico in Sala Grande, è stato “The Leizure Seeker” di Paolo Virzì, con i grandissimi Helen Mirren e Donald Sutherland.

Il regista toscano, che ha esordito proprio a Venezia nel 1994 con "La Bella Vita" e dove ha vinto il Leone d'argento nel 1997 con "Ovosodo", torna in laguna per presentare questo suo primo lungometraggio interamente girato in America, liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Michael Zadoorian (in viaggio contromano; ed. Marcos y Marcos). La storia è quella del viaggio che, contro il parere di medici e familiari, affrontano Ella e John, due anziani afflitti da vari problemi di salute, con un vecchio camper chiamato "leisure seeker". Affronteranno la Route 1, in direzione Key West, alla ricerca delle tracce di Hemingway. Autori della sceneggiatura sono Francesca Archibugi, Francesco Piccolo, Stephen Amidon e lo stesso Virzì. I temi della vecchiaia, del fine vita, dell’Alzheimer, e dell’amore in età avanzata sono toccati con grande sensibilità e profondità, realizzando un quadro non banale e per questo molto toccante. Ella e John sono trasgressivi e profondamente rivoluzionari nell’inseguire la libertà, che come dice la canzone di Janis Joplin, che ritorna più volte nella pellicola: “è solo un altro modo per dire "non aver più nulla da perdere". E in particolare Ella non ha paura di vedere ogni giorno il bicchiere mezzo pieno, per raggiungere il proprio “happy ending”. Veramente grandissima Helen Mirren.


Helen Mirren - Foto di Pietro Gallina

Da una regina del cinema inglese, come Helen Mirren, ad un’altra regina del cinema inglese, come Judi Dench. Due anni dopo aver presentato proprio a Venezia il film Philomena, torna infatti alla Mostra sempre in accoppiata con il regista Stephen Frears per presentare “Victoria and Abdul”. La Dench in questo film impersona per la seconda volta nella sua carriera, dopo "la mia regina", La regina Vittoria, raccontando la storia insolita e a tratti incredibile della sua grande amicizia con il suo servo indiano, interpretato da un bravissimo Ali Fazal, capace di “parlare” con lo sguardo e le espressioni del volto. Non è soltanto una storia di amicizia e affetto tra un giovane entusiasta della vita e una persona anziana, perché quella persona è la regina Vittoria, a cui nessuno dovrebbe neppure osare rivolgere lo sguardo. E proprio con gli sguardi, usati con maestria, la Dench (83 anni) costruisce un personaggio deciso, trasgressivo ed estremamente efficace.


Judi Dench al suo arrivo in conferenza Stampa - Foto di Pietro Gallina


Tanti altri film hanno esplorato le diverse sfaccettature degli anziani che vivono da “protagonisti”, e soprattutto grandi donne come la Valentina Cortese evocata in "Diva !" di Francesco Patierno con Isabella Ferrari e Barbara Boboulova, e la grande cantante egiziana Oum Kulthum, centro del film "Looking for Oum Kulthum" della regista iraniana Shirin Neshat che mi ha letteralmente stregato.


Michelle Pfeiffer sul red carpet - Foto di Pietro Gallina

Claudia Cardinale - Foto di Pietro Gallina


Le rughe sono state protagoniste a Venezia anche sul Red Carpet. In pochi si sono lamentati, per esempio, dell’improvvisa assenza di Sienna Miller (rimasta a Londra per un imprevisto), perché in queste serate il tappeto rosso è stato letteralmente monopolizzato dalle magnifiche sessantenni Annette Benning , presidente della giuria, e Michelle Pfeiffer, e poi da Claudia Cardinale (79 anni), Susan Sarandon (71 anni) Judi Dench (83 anni), Helen Mirren (72 anni) e Jane Fonda (79 anni) e infine Charlotte Rampling (71 anni) vincitrice della coppa Volpi per la miglior einterpretazione femminile. Esempi lampanti che anche dopo i 70 si possa essere femminili, eleganti e glamour, in barba alla discriminazione delle donne a causa dell’età.


Charlotte Rampling, Coppa Volpi 2017 - Foto di Pietro Gallina

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