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"Opera senza Autore": il ritorno di  Henckel von Donnersmarck

Kurt Barnert fin da bambino è attratto dall'arte. Osserva la vita attraverso la cornice delle sue dita e forse lo affascina poter avere sempre un punto di osservazione personale, unico, costruito sui propri ricordi, sulle proprie esperienze e sul proprio mondo. Ma il suo mondo è anche Dresda nel periodo nazista prima e della DDR poi. L'artista non deve avere un nome, una visione personale del mondo. Non deve avere tantomeno un punto di vista reazionario. Cambiano i regimi, ma rimane l'arte deve essere soggiogata e addomesticata. Dall'Espressionismo tedesco all'arte contemporanea le opere che escono dai canoni standard sono additate come frutto del demonio, che ispira l'uomo ad ascoltare soltanto il proprio "io, io, io". Ci sono tantissimi spunti in "Werk ohne Author" (Opera senza nome), terzo lungometraggio di Florian Henckel von Donnersmarck, dopo il pluripremiato "le vite degli altri" e "the tourist" con Angelina Jolie e Johnny Depp, girato proprio a Venezia.



Florian Henckel von Donnersmarck

La storia si ispira a quella del pittore tedesco Gerhard Richter, noto per i suoi foto-dipinti e per la ricerca della relazione tra illusione e realtà, raccontata nel libro "Ein Maler aus Deutschland. Gerhard Richter. Das Drama einer Familie" del giornalista Jürgen Schreiber Kurt cresce affrontando innumerevoli difficoltà in un paese segnato dal nazismo prima e dal comunismo poi, incontra l'amore, scopre le proprie aspirazioni e le insegue. Ma, quasi inconsapevole, è seguito da alcuni fantasmi del passato.Il protagonista è interpretato dall'attore originario di Berlino Est Tom Schilling, estremamente efficace nel rappresentare un artista introverso e apparentemente "political correct" che in realtà costruisce con tenacia e determinazione il proprio percorso.

Tom Shilling


Al suo fianco le bravissime Saskia Rosendhal e Paula Beer (premio Marcello Mastroianni 2016 a Venezia per Frantz di Ozon) interpretano due personaggi femminili forti e a tratti simili, tanto da sembrare anche fisicamente molto somiglianti sullo schermo


 Paula Beer

In realtà il coprotagonista è rappresentato dal bravissimo Sebastian Koch (Le vite degli altri; il ponte delle spie) che interpreta un personaggio dai lati oscuri che incrocerà in più occasioni la vita di Kurt.


 Sebastian Koch

Una menzione merita anche la presenza di Oliver Masucci, attore tedesco di origini italiane, noto per aver interpretato Hitler in "Lui è tornato" (2015), e qui nella parte di un apparentemente eccentrico professore dell'Accademia d'Arte di Düsseldorf. Nonostante il film duri circa tre ore, il tempo passa rapidamente. A venezia non ha raccolto il favore della critica, ma è stato il film più amato dal pubblico, vincendo il Leoncino d'Oro Agiscuola e i premio Arca Cinemagiovani. Dopo Venezia è stato presentato al festival di Toronto ed è stato scelto per rappresentare la Germania ai premi Oscar 2019 per il miglior film straniero. Il 3 Ottobre 2018 uscirà nelle sale in Germania, mentre in Italia si dovrà aspettare il giorno succcessivo

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