Un "Principe" alla settimana della critica
A Venezia 76, nella sezione Settimana della Critica, ad oggi secondo noi un film ha spiccato su tutti gli altri: la pellicola tratta dal libro dallo stesso titolo scritto da Mario Cruz, "THE PRINCE".
Nel suo primo lungometraggio, Sebastián Muñoz, ci racconta la storia di Jaime, un ragazzo ventenne che si affaccia alla vita ed alla sessualità. Il film è ambientato nel Cile della vigilia dell'arrivo di Allende.
Dalle prime inquadrature scopriamo la vita di Jaime, toy boy per caso che, a seguito di un omicidio passionale, finisce in carcere. Qui entra in un mondo diverso ma, al contempo, uguale a quello esterno che ha lasciato. Anche quello del carcere si dimostra essere un mondo con regole, gerarchie, lotte, errori, amore, sesso e morte. Qui Jaime diventa un uomo (detto "il principe"), anche se probabilmente non l'uomo che pensava di diventare.
Il tratto più disturbante del film è stato, per i miei occhi, quello dei secondini del carcere che, ad una rissa tra detenuti, non intervengono dicendo "che si ammazzino pure. Se interveniamo ammazzano noi". Poi però, al cadavere di un gatto ucciso per vendetta interna tra carcerati, si fanno il segno della croce.
Riassumendo e' la rappresentazione minima del potere che declina a suo piacimento le norme (o, semplicemente, non le rispetta). Minima e, per questo, ancora più intensa. Anche nel carcere il potere del denaro permette di vivere più comodi (anche se si rimane comunque sempre soggetti alle sopraffazioni). Il film vuole raccontare un momento storico importante, quando la sessualità (anche gay) ha avuto il diritto di esistere, quando si è potuto aprire varchi sulle ingiustizie e raccontarle, come fatto dal libro al momento della sua pubblicazione. Attori bravi e di esperienza (a volte televisiva) per un film intenso, nudo e da vedere
Articolo di Danilo Maggi
Le immagini sono tratte dal pressbook. (c) 2019El Otro Film, Nina Nino Film, Le Tiro, Be Revolution Picture